Krause, nel Parma già investiti 443,5 milioni di euro

0

Il calcio italiano, messo a dura prova da una crisi sistemica preesistente e ulteriormente aggravata dalla pandemia, sta trovando una boccata d’ossigeno vitale grazie a ingenti iniezioni di liquidità provenienti dall’estero. Questa tendenza, evidenziata oggi da un focus della Gazzetta dello Sport, mostra come gli investitori stranieri stiano non solo sostenendo la sopravvivenza dei club, ma anche alimentando la loro competitività a livello europeo. La perdita dei tradizionali mecenati italiani e un ritardo strutturale rispetto ai principali campionati europei hanno reso queste iniezioni di capitali fondamentali.

Non solo i grandi club. Anche società di Serie A e B stanno beneficiando di investimenti esteri, sebbene con profili di redditività diversi. Rocco Commisso ha speso 474 milioni di euro per la Fiorentina (di cui ben 122 milioni destinati al modernissimo centro sportivo Viola Park). Similmente, Kyle Krause ha messo sul tavolo 443,5 milioni di euro per il Parma. Entrambi sono proprietari da più tempo (rispettivamente dal 2019 e 2020), e i loro investimenti, pur se meno redditizi in termini di ricavi rispetto all’Inter, sono economicamente molto significativi.

A proposito di Inter. Nel 2021, il fondo californiano Oaktree ha concesso un prestito di 390 milioni di euro alla famiglia Zhang, un’operazione cruciale che ha permesso al club di onorare gli stipendi. A distanza di tre anni, il mancato rimborso ha trasformato Oaktree da creditore ad azionista di maggioranza. Attualmente, l’esposizione complessiva del fondo sul club nerazzurro ammonta a 442 milioni, ma con un enterprise value stimato in 1,7 miliardi (dati Football Benchmark), l’operazione si configura come un vero affare per il fondo.

Ancora più sorprendente è il caso del Como. Rilevato nel 2019 per soli 200mila euro dai fratelli Hartono, tra gli uomini più ricchi del panorama calcistico europeo (con un patrimonio stimato di 50 miliardi di dollari secondo Forbes), il club lariano ha visto un investimento di 390 milioni di euro da parte della loro holding Sent Entertainment. Questi fondi non sono stati destinati solo alla prima squadra, ma anche a progetti collaterali, dimostrando una visione di sviluppo più ampia.

Al vertice della classifica per volume di investimenti si posiziona Dan Friedkin. L’imprenditore texano ha impegnato una cifra impressionante di 958 milioni di euro per la Roma. Ha rilevato il 100% delle azioni giallorosse (199 milioni per la cordata di Pallotta e 37 milioni per il flottante) e ha successivamente versato ben 722 milioni di euro per sostenere la gestione del club, principalmente per coprire le perdite di bilancio. Friedkin ha inoltre assunto l’impegno di finanziare il nuovo stadio a Pietralata, un progetto chiave per il futuro del club.

Anche i giganti del calcio italiano beneficiano di questo afflusso di capitali. L’investimento di RedBird Capital nel Milan ammonta a un esborso complessivo di 825 milioni di euro. Nel 2022, Gerry Cardinale ha acquisito il club da Elliott con un’operazione che ha previsto la raccolta di 600 milioni di capitale, integrati da un vendor loan (parzialmente rifinanziato) di 170 milioni. Al momento, l’impegno diretto nelle casse rossonere è più contenuto, circa 55 milioni, destinati principalmente allo sviluppo del nuovo impianto sportivo.

Chiude il podio Exor, la holding della famiglia Agnelli, che ha supportato la Juventus con cinque ricapitalizzazioni a partire dal 2001, per un totale di 715 milioni di euro. L’ultima di queste, del valore di 128 milioni, è avvenuta nel 2024.

In sintesi, il panorama calcistico italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione, in cui gli investimenti esteri si rivelano un motore propulsivo essenziale per la sua competitività e la sua stessa sopravvivenza.