La cocaina nascosta nel campanello della bici e nella caffettiera: arrestato 19enne

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Parma, nei giorni scorsi, hanno arrestato un 19enne albanese per detenzione ai fini di spaccio di cocaina. I militari, nella serata del 13 gennaio, hanno fermato in via Dei Mille un uomo che, in sella alla propria bicicletta, alla vista dei militari ha improvvisamente invertito la marcia nel chiaro tentativo di sottrarsi al controllo.

L’uomo, un 19enne di nazionalità albanese domiciliato in città, durante il controllo è apparso molto nervoso e tremolante tanto da indurre i militari a ritenere che potesse occultare qualcosa di illecito. Procedendo alla perquisizione, all’interno di una tasca della giacca, i militari hanno rinvenuto 3 involucri di cellophane contenenti della sostanza polverosa di colore bianco

Durante le operazioni, gli operanti hanno notato che il campanello della bicicletta non emetteva alcun suono quando veniva azionato. Questo fatto ha destato la loro curiosità. La mancanza di suono infatti, ha suggerito che ci fosse qualcosa di anomalo nel meccanismo. Da un più accurato esame dono stati rinvenuti al suo interno altri 6 involucri della medesima sostanza.

A quel punto, i militari, hanno esteso la perquisizione al domicilio del ragazzo, dove, è stata rinvenuta, all’interno di una caffettiera, altra sostanza analoga a quella già recuperata del peso di 21 grammi oltre al materiale utilizzato per il taglio ed il confezionamento (una bilancia digitale di precisione, un coltello sporco di polvere bianca e svariate buste di cellophane di piccole dimensioni identiche per tipo, materiale e colore a quelle costituenti i 9 involucri trovati in precedenza).

La sostanza, dopo essere stata esaminata, è stata posta sotto sequestro, unitamente all’altro materiale rinvenuto e al denaro recuperato verosimilmente provento dell’attività illecita, poiché risultata essere “cocaina”. Al termine dell’operazione, il 19enne è stato dichiarato in stato di arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. All’esito del rito “direttissimo”, il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, lo ha condannato ad un anno di reclusione con sospensione della pena.