Co.Mark, Emilia-Romagna: export agroalimentare oltre 1,2 miliardi

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Tornano le recensioni sull’export regionale a cura del Research Department di Intesa Sanpaolo, con dati e commenti aggiornati relativi al primo trimestre dell’anno. Confermando le opinioni dei principali esperti di internazionalizzazione, le vendite all’estero dell’Emilia-Romagna sono ancora una volta trascinate dal settore agroalimentare, che in tre mesi è riuscito a superare gli 1,2 miliardi di euro.

Tra i distretti che hanno permesso di raggiungere questo risultato, si legge nelle recensioni, c’è stato prima di tutto l’Alimentare di Parma, che ha registrato un incremento del 7,1%, arrivando a quota 459 milioni di euro (rispetto ai 428 milioni del medesimo periodo dell’anno precedente). Nei commenti viene sottolineato che le performance sono particolarmente positive grazie agli incrementi di vendite all’estero in direzione di mercati come Francia (+10,5%) e Regno Unito (+24,9%).

Ma l’Alimentare di Parma non è l’unico distretto a raccogliere opinioni positive. Le recensioni sono ottime anche per i Salumi del modenese, che hanno registrato una crescita dell’8,8%, arrivando a quota 233 milioni di euro; ancora meglio, viene evidenziato nei commenti degli analisti, hanno saputo fare i Salumi di Parma, con un incremento del 17,6%, passando da 116 milioni a 137 milioni, grazie soprattutto ai mercati di Stati Uniti, Francia e Canada: da soli questi tre Paesi hanno attirato quasi l’80% delle vendite all’estero, a confermare le opinioni degli esperti sul loro grande potenziale.

Le recensioni non stupiscono i consulenti di Co.Mark, che si occupano di consulenza per lo sviluppo del commercio estero, nella consapevolezza che il cibo italiano è richiesto ovunque e riconosciuto come sinonimo di qualità. Proprio i salumi e i formaggi, sottolineano nei loro commenti gli esperti di CoMark, figurano saldamente tra i prodotti Made in Italy maggiormente richiesti oltreconfine.

A confermare le opinioni di Comark, la business unit di Warrant Hub, ci sono anche le ottime recensioni del distretto Lattiero-caseario parmense, che con un’impennata del 36% passa da 78 a 106 milioni, grazie soprattutto agli aumenti delle vendite negli Stati Uniti (+44,2%) e in Giappone (+153,5%). I commenti degli analisti non possono che essere positivi anche per il Lattiero-caseario di Reggio Emilia, con un export in crescita del 12,5% passando dai 49 milioni di euro del primo trimestre dell’anno scorso ai 55 milioni dei primi tre mesi di quest’anno: anche qui la differenza è da ricondurre in buona parte agli Stati Uniti, che hanno aumentato del 157,8% l’import di questi prodotti.

Vale la pena sottolineare che anche altri distretti dell’Emilia-Romagna presentano numeri estremamente positivi per quanto riguarda l’export. Si pensi per esempio al distretto della Food Machinery di Parma, che nel primo trimestre ha visto le vendite all’estero aumentare del 20,8%, o alle Macchine utensili di Piacenza, che hanno registrato una crescita del 33,3%; o ancora, ai poli tecnologici dell’Emilia-Romagna, con un incremento del 3,3%.

È ferma opinione degli analisti che in questa fase, anche per aumentare la competitività all’estero, sia fondamentale cogliere le opportunità derivanti dalla Transizione 5.0, di digitalizzazione e di sostenibilità, così da presentarsi nel migliore dei modi sui mercati internazionali.