Le Fiamme Gialle di Parma, in prossimità delle festività natalizie, hanno intensificato l’azione di controllo economico del territorio finalizzato, tra l’altro, a contrastare la commercializzazione di prodotti non sicuri e nocivi per la salute del consumatore.
I militari del Gruppo di Parma hanno effettuato un’ispezione in un emporio di Parma gestito da un cittadino cinese dove sono state rinvenute, esposte per la vendita, decorazioni natalizie e statuine da presepe prive dei requisiti posti a tutela del consumatore finale, in violazione del Codice del Consumo.
Infatti, al fine di orientare il consumatore all’acquisto consapevole, i prodotti o le confezioni degli stessi destinati ai consumatori, commercializzati sul territorio nazionale, devono riportare, in modo chiaramente leggibile, le informazioni in lingua italiana relative alla denominazione del prodotto, al nome del produttore o importatore e all’indirizzo della sede legale, alla provenienza, all’eventuale presenza di materiali o sostanze che possano arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente, ai materiali impiegati ed ai metodi di lavorazione, alle istruzioni/precauzioni/destinazione d’uso utili ai fini della fruizione in sicurezza del prodotto.
La norma è finalizzata a tutelare il consumatore nella fase in cui acquista il prodotto che deve essere corredato da tutte le informazioni utili al fine di consentire una corretta valutazione nella scelta.
Durante il controllo, riscontrata la totale assenza di questi requisiti, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo 698 articoli ed è scattata la segnalazione del commerciante alla Camera di Commercio e la contestazione di una sanzione amministrativa che va da un minimo di 516 euro a un massimo di 25.823 euro.
L’attività si inquadra in una più ampia operazione di presidio del contesto economico della provincia, nel cui ambito – nella sola ultima settimana – i finanzieri hanno sequestrato anche 350 prodotti cosmetici contenenti la sostanza nociva “Lilial”, anche nota come “Butylphenyl methylpropional”, rinvenuti negli scaffali di due ulteriori market siti a Parma e a Langhirano gestiti da cittadini di origine cinese, che sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica.