Aemilia, così le cosche frodavano il fisco

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I termini ‘frodi carosello’ e ‘società cartiere’ li avevamo già incontrati a giugno 2014, con l’inchiesta Octopus, e sono riemersi in maniera importante nelle carte di Aemilia e nelle parole dei membri della Finanza chiamati a deporre dai pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. Militari di Reggio, Guastalla, Parma e Casalpusterlengo.

Sono stati spiegati i risultati degli accertamenti eseguiti su aziende riconducibili ad alcuni imputati. Ad esempio ha parlato della Cda Tecnology, che nel 2010 risultò non aver dichiarato 5 milioni di euro, secondo quanto accertato dalle fiamme gialle era cliente della Minimun di Scandiano, che mai aveva presentato dichiarazione dei redditi. Era Omar Costi – per altro già indagato in Octopus – stando alle intercettazioni, a gestire la società che aveva l’unico scopo di produrre false fatture. Evasione per milioni di euro contestata anche alla Sice di Domenico Curcio. Coinvolti – secondo le testimonianze – nel vorticoso giro anche Giuliano Debbi e Paolo Pelaggi.

Fatture false, bilanci divenuti carta straccia, documenti non più rintracciabili sui computer. Altri finanzieri parleranno mercoledì. Francesco Maria Caruso inflessibile rispetto alle richieste dei difensori di dilazionare maggiormente le udienze: non si può dibattere all’infinito – ha detto – serve una sentenza in tempi ragionevoli.

Ci vorranno comunque almeno una sessantina di udienze per ascoltare tutti i 1.300 testimoni ammessi.
Mescolini ha anche chiesto alla corte tempo in più per presentare documentazione relativa a un’inchiesta condotta in Svizzera che potrebbe rientrare nel filone Aemilia.

(fonte: Telereggio)