Giovani e giovanissimi, parmigiani, anzi, traversetolesi di origine, forse annoiati o bulli di quartieri, sicuramente non ladri per esigenza, hanno compiuto 15 furti in nove mesi. Studenti di giorno, malviventi di notte.
Una banda organizzata, che comunicava su whatt’s app e rubava tutto ciò che fosse rivendibile: gomme da auto, gioielli, orologi, cibo, vino, armi, abiti, cavi in rame.
Hanno messo nei guai anche i nonni: una è stata derubata del vino, l’altro è finito in cella perché nel suo garage erano stati nascosti fucili rubati. Tutti sono stati denunciati.
Quattro di loro sono tutt’ora minorenni, all’epoca dei fatti avevano 14-15 anni, alcuni sono poco più che maggiorenni.
Al termine di una prolungata attività d’indagine i Carabinieri della Stazione di Traversetolo hanno denunciato alla Procura dei Minori di Bologna e alla Procura di Parma quattro minorenni e due maggiorenni tutti italiani ed alcuni con precedenti, quali presunti responsabili a diverso titolo di: furti in abitazione e ditte, tentato furto, violazione di domicilio e danneggiamento.
Complessivamente, i sei hanno concorso alla presunta commissione di quasi 15 furti in 9 mesi tra il 2021 e 2022.
I militari a seguito di uno spunto investigativo hanno individuato gli autori di alcuni furti in abitazione avvenuti a Vignale di Traversetolo.
I presunti autori, uno dei minorenni ed un maggiorenne, dopo i colpi hanno nascosto la refurtiva, tra cui dei fucili, presso le abitazioni o in un capannone in uso ad un parente. Per gli spostamenti usavano il furgone di un’azienda, regolarmente prelevato poi rimesso al suo posto.
I militari, vista la presenza di armi hanno effettuato una perquisizione che ha consentito il sequestro nei confronti del 16enne di cartucce cal. 12, bigiotteria, rame e una moto rubata. Mentre i fucili sono stati rinvenuti e sequestrati nella disponibilità del nonno del maggiorenne che, è stato arrestato.
A seguito della denuncia del minore, l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’interrogatorio e delegato i Carabinieri di Traversetolo all’analisi del telefono cellulare sequestrato nel corso delle perquisizioni.
Nel corso dell’interrogatorio il 16enne, ha fatto parziali ammissioni in relazione alla commissione dei furti delle armi e della moto. I militari, invece dall’analisi del cellulare, hanno individuato i presunti autori e le modalità di commissione degli episodi avvenuti nei 9 mesi.
I giovani comunicavano esclusivamente sulla chat di WhatsApp e dalle conversazioni è emerso il loro modus operandi. Cercavano gli obiettivi più semplici da colpire (case e capannoni non abitati o momentaneamente vuote), effettuavano sopralluoghi al fine di accertare la presenza di sistemi di allarmi e videosorveglianza, utilizzavano guanti e passamontagna per non essere identificati e si vestivano di scuro per non essere visti.
I ragazzi non si limitavano ad asportare denaro ma rubavano tutto ciò che poteva essere venduto e dargli un guadagno. Infatti è emerso che uno dei minori aveva un nickname su un sito online dove vendeva la merce rubata. Diverse abitazioni o ditte sono state prese di mira più volte, addirittura sono andati a rubare delle casse di vino a casa della nonna di uno degli indagati.
A seguito delle denunce presentate dalle vittime che hanno riconosciuto il materiale loro sottratto al termine delle formalità di rito i sei sono stati denunciati.