Rapine nei centri massaggi con calci, pugni, minacce e coltelli: quattro arresti

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Sono stati assicurati alla giustizia quattro individui, di età compresa tra i 22 e i 28 anni, di nazionalità albanese, italiana e libanese, ritenuti responsabili di una serie di rapine aggravate perpetrate con estrema violenza nel Mantovano. Gli arresti, avvenuti nella mattinata di ieri, sono il frutto di un’operazione congiunta condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Mantova e dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Mantova, in collaborazione con i colleghi di Parma.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova, hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per i quattro indagati, rintracciati nelle loro abitazioni a Parma.


La scia di violenza e i bottini ingenti

Le accuse a loro carico riguardano tre rapine aggravate commesse tra il 17 e il 21 marzo scorsi. Gli obiettivi erano centri massaggi gestiti da cittadini di origine cinese e un’abitazione privata, anch’essa di una cittadina cinese. Le modalità erano agghiaccianti: le vittime venivano prese a calci e pugni, immobilizzate sotto la minaccia di un coltello e costrette ad autorizzare pagamenti online, subendo un danno patrimoniale complessivo di oltre 20 mila euro.

Oltre al denaro estorto tramite pagamenti digitali, i malviventi si impossessavano di beni di valore. Tra il bottino recuperato figurano un orologio Rolex del valore di 10 mila euro, un bracciale in oro da mille euro, prodotti di cosmesi e profumi per circa 1.300 euro, oltre a denaro contante. Dopo aver commesso i reati, i rapinatori si davano alla fuga.


Le indagini e l’identificazione

Gli investigatori hanno lavorato incessantemente per dare un nome e un volto ai responsabili. Le testimonianze dettagliate delle vittime sono state un punto di partenza fondamentale. A queste si sono aggiunte le acquisizioni dei filmati di videosorveglianza, sia interni ai centri massaggi che sulla pubblica via. L’incrocio di questi dati con le analisi dei lettori di targhe e le banche dati in uso alle forze di polizia ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro, portando alla loro identificazione e al successivo deferimento all’Autorità Giudiziaria.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, ma gli arresti di ieri rappresentano un passo significativo nella lotta contro la criminalità violenta.