Sanità: “Conti di Ospedale e Ausl in rosso, urgono interventi”

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A fronte di un disavanzo regionale di 194 milioni di euro, l’AUSL di Parma chiude il 2024 con 14 milioni di euro di deficit e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria con altri 10 milioni. Numeri preoccupanti, accompagnati da criticità già evidenziate dalla Corte dei Conti in recenti delibere e che restano irrisolte”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi ha commentato in commissione Sanità i bilanci delle aziende sanitarie emiliano-romagnole, soffermandosi in particolare sulla situazione locale. Il quadro che ne emerge è “una gestione inefficiente, con investimenti tardivi, costi fuori controllo e servizi in difficoltà, nonostante l’impegno degli operatori sanitari”.

Secondo il meloniano, proprio l’azienda ospedaliera di Parma rappresenta un caso emblematico: “Abbiamo perso 20 posti letto, mentre alcune voci di costo sono schizzate: +25% per le consulenze, +33% per il lavoro interinale non sanitario da privati, +42% per il godimento di beni di terzi. Tutti segnali di una mancanza di programmazione, con investimenti realizzati solo grazie a fondi statali, fondazioni o soggetti privati. La Regione partecipa molto poco, e l’esempio più eclatante è che il Maggiore non ha ancora una PET, uno strumento diagnostico oggi indispensabile”.

Non va meglio sul fronte dell’organizzazione: il processo di integrazione tra AUSL e Azienda Ospedaliera è ancora “approssimativo”, mentre aumentano le spese per la somministrazione diretta dei farmaci (+11%), si registrano ritardi nella digitalizzazione (referti elettronici, Fascicolo Sanitario Elettronico) e anche i pagamenti non rispettano i tempi di legge, con 141 milioni erogati in ritardo. Preoccupano, inoltre, le percentuali di personale dirigente (22,6%) e amministrativo (13%), che, secondo l’esponente di FdI, “appesantiscono la macchina organizzativa senza migliorarne l’efficienza”.

Bocchi punta il dito anche sui target mancati nei tempi di attesa, “che riguardano visite dermatologiche, oculistiche, MOC, risonanze magnetiche cardiache, interventi di chirurgia generale, oncologici, cardiovascolari e per protesi d’anca. È un elenco lungo e drammatico per un sistema che ancora si vanta di essere un modello di eccellenza”. “Dati che nascondono squilibri gestionali, finanziari e organizzativi che non possono essere coperti dal sottofinanziamento nazionale o dalla narrazione di una difesa della sanità pubblica e universalistica. Nessuno vuole metterla in discussione. Ma per difenderla davvero bisogna renderla più efficiente, più efficace, meno politicizzata. È ora di smettere con la propaganda e affrontare i nodi strutturali della sanità emiliano-romagnola. A partire da Parma” conclude Bocchi.

Argomenti toccati nuovamente in commissione sanità – Con un’interrogazione discussa in commissione Politiche per la salute e politiche sociali (presieduta da Gian Carlo Muzzarelli) i consiglieri Priamo Bocchi, Alessandro Aragona, Nicola Marcello e Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia sollecitano chiarimenti dalla giunta regionale, dopo i rilievi della Corte dei conti, sui bilanci delle aziende sanitarie di Parma e Reggio, compresa l’azienda ospedaliera e universitaria parmigiana.

La Corte dei conti, spiega Bocchi in commissione, “ha rilevato, sul risultato di esercizio di queste aziende, anomalie sul saldo della gestione straordinaria, l’aumento dei crediti risalenti a esercizi precedenti, il pagamento tardivo delle transazioni commerciali, il reiterato ricorso ad anticipazioni di tesoreria, l’indebitamento oltre il limite di legge e il superamento dell’obiettivo assegnato per la spesa farmaceutica ospedaliera”.

La risposta arriva in commissione dall’assessore regionale Massimo Fabi: “In riferimento ai bilanci 2023 la Corte ha richiesto una serie di approfondimenti che le aziende hanno fornito in maniera esaustiva e documentata: la magistratura contabile ha formalmente chiuso le fasi di verifica, senza rilevare criticità significative né applicare alcun tipo di sanzione”. Quindi, sottolinea, “a Parma e Reggio nessun problema di gestione e nessuno spreco di risorse”.

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