“Chiedo scusa ad Almqvist per avergli chiesto troppo, per avergli chiesto di fare una partita un ruolo non suo. Ho chiesto scusa alla squadra”. Inizia così il post partita di mister Chivu. Nessuna esultanza per il pareggio, per il coraggio dimostrato dai suoi, per la partita ripresa per i capelli.
Una prova di coraggio, di determinazione, di volontà. Una vittoria che di Chivu ha tanto.
“Ho sbagliato nel primo tempo gli interpreti. Non come idea o come pensare a giocare e chiudere i loro punti di forza, ma gli interpreti. La prima cosa che ho detto è stato chiedere scusa ad Almqvist, l’ho messo in difficoltà a fare quel tipo di lavoro. Poi nel secondo tempo sono stati bravi loro a reagire, crederci e rimanere in partita. Però mi prendo la responsabilità e la colpa del primo tempo, perché ho sbagliato. Il tiro di Pellegrino nel recupero? Non l’ho visto, perché mi è passato qualcuno davanti, ho visto solo la palla finire di un soffio sul fondo. Il gioco? Io lascio tutte le porte aperte, non possiamo limitarci ad avere solo un’idea ma dobbiamo adattarci all’avversario. E’ vero che nel secondo tempo ho cambiato tutto, ma è cambiato anche l’atteggiamento dell’Inter, che è stato meno aggressivo e che pensava di aver già chiuso la partita. Ci hanno permesso di guadagnare campo e di trovare qualche giocata in avanti. Con una punta e due sotto, siamo riusciti a creare qualcosa in più, anche se non mi era piaciuto l’inizio del secondo tempo. Ho fatto subito il cambio di Ondrejka che ha tanta energia, qualità, spunti e velocità. E così siamo riusciti a riprendere la partita. Mi fa piacere che la squadra è viva, ci crede e lavora bene. Oggi non era semplice entrare contro l’Inter nel secondo tempo e fare quel tipo di partita. Bastava una scintilla, come un gol, mettere in apprensione una squadra come l’Inter. Però siamo riusciti a trovare il coraggio strada facendo, chi è subentrato nella partita ha fatto veramente tanto. Il passato all’Inter? Non rinnego il mio passato, l’Inter mi ha fatto crescere come calciatore e come persona, e anche come allenatore. La mia stima, l’affetto e la riconoscenza per quello che hanno fatto per me rimarrà sempre, ovvio che affrontare la tua squadra non è semplice. Ma io penso al mio Parma e raggiungere l’obiettivo che è rimanere nella massima categoria. Bisogna mantenere l’umiltà, restare con i piedi per terra, lavorare con più convinzione che possiamo fare meglio di quanto fatto finora. Questo è il lavoro, dobbiamo convincerli che attraverso la fiducia sul campo possiamo trovare dei risultati importanti”.
Bernabè – “Sono molto contento per la partita contro l’Inter perché non ero al cento per cento dopo la botta che ho preso a Verona. Abbiamo fatto una prestazione importante anche se il primo tempo è stato un po’ difficile perché all’intervallo eravamo sotto di due reti, peccato perché abbiamo avuto diverse situazioni per fare gol, purtroppo siamo andati in svantaggio. Peccato per il secondo gol dell’Inter poco prima dell’intervallo perché si poteva evitare. Il secondo tempo è stato orgoglio e passione e anche lo stadio ci ha spinto per recuperare lo svantaggio, c’è un po’ di rammarico perché alla fine potevamo anche vincere. Spesso sono gli episodi a cambiare le partite, come ad esempio il mio gol dopo pochi minuti della ripresa, è la mia prima rete l’ho cercata e me la immaginavo così. L’esultanza che ho fatto è perché c’era in tribuna mio papà. Siamo cambiati rispetto a prima? No, siamo gli stessi di prima a cui si sono aggiunti i nuovi compagni, che stanno iniziando a fare la differenza come ad esempio Ondrejka. Cosa dice l’allenatore? Chivu ci sta spingendo tanto sulla difesa, ci dice di restare compatti. Sono orgoglioso dei compagni che hanno dato tutto per tutta la partita. Quello contro l’Inter è stato un buon pareggio, è un punto importante che cambia la classifica, è qualcosa che all’inizio della partita magari non ti aspetti, perché affronti una delle squadre con i migliori giocatori al mondo. Però le gare iniziano tutte sullo 0-0 e poi una volta in campo si deve lottare per conquistare i punti. Noi siamo giovani con tanto entusiasmo e fino alla fine dobbiamo mantenere la concentrazione, la voglia e lottare per ogni punto per il nostro obiettivo, che sono certo insieme all’allenatore e al suo staff raggiungeremo. Conosciamo il nostro calendario, ma non abbiamo paura di nessuno, anzi vogliamo dimostrare chi siamo. Dove preferisco giocare? Ci sono partite dove mi sento meglio come regista e altre dove preferisco giocare sulla trequarti. Mi piace muovermi durante la partita e non dare riferimenti agli avversari. Mi piace giocare anche da mezzala. Un fioretto per la salvezza? Non ci ho pensato, ma visto che il mio papà è venuto a vedere la partita gli dedico il gol e se restiamo in Serie A gli cambio la macchina perché se lo merita”.