Vanno a segno i figli del Parma e di Parma, prima. Darmian servito da Dimarco, il secondo diventato grande qui, il primo ritonatoci, poi Thuram, che non esulta, sotto gli occhi di papà Lilian. Papà che in tribuna ritrova tanti ex di quel grande Parma: Benarrivo, Melli, Pizzi. Osio. Il Parma impatta ma non muore, consapevole di aver sciupato qualcosa nel primo tempo e con la forza di chi non ha nulla da perdere: il primo gol lo inventa Bernabè, il secondo grinta Ondrejka. Dalla panchina Chivu la sistema. E il Tardini trema: di emozione, di gioia. Brividi caldi di una sera di mezza primavera.
E’ scoppiata una calda primavera sul Tardini, baciato dal sole come i belli, che ospita l’Inter e oltre 22mila tifosi, per un quasi sold out che richiama i bei tempi che furono.
Chivu, out Cancellieri e con Bernabè non in condizione, mette in mezzo dal primo Hernani: dietro confermati Delprato Valenti Vogliacco Valeri, poi Sohm e Keita, Man e Almqvist che svariano dietro Bonny. Sulla carta non ci dovrebbe essere storia, ma il bello del calcio è che, a volte, regala favole.
Parte, come prevedibile, forte la squadra ospite, lasciando ampi spazi di ripartenza. Il primo tentativo è di Lautaro, alto. Poi tocca provarci a Cahlanoglu, in inserimento. C’è Suzuki. Ancora Inter, Dimarco per Bissek dopo un batti e ribatti insistito: palla fuori.
Al decimo occasionissima ducale: Sohm per Valeri, cross dentro per Bonny che non ha la lucidità di battere Sommer calciandogli addosso.
Gol sbagliato, gol subito. Al 15esimo l’Inter passa col gol dell’ex: rinvio di Hernani che carambola contro Dimarco, palla per Darmian che bacia il palo interno e si infila in rete.
I ducali reagiscono e ci provano: super lavoro di Bonny che mette dentro una caramella per Man, miracolo di Sommer. Cambio di fronte, e tocca a Suzuki fare il miracolo su Lautaro.
Sullo scoccare del 45esimo l’inter raddoppia: Mkhitaryan in ripartenza brucia la difesa ducale, rimasta alta, e serve Thuram. Il “figlio di Parma”, colpisce male ma indovina comunque il sette, Almqvist cerca di toglierla dalla palla ma se la tira addosso. Palla che era comunque già entrata. Due a zero, e un minuto di recupero che non serve a nulla. Thuram, a differenza di Darmian, non esulta.
RIPRESA – Fuori Man Hernani e Almqvist, dentro Pellegrino Bernabè e Leoni. Tocca anche a Ondreika per Sohm, e sull’asse della qualità, ovvero il piede di Bernabè, il Parma accorcia le distanze: gran botta da fuori dello spagnolo da fuori che passa tra un po di gambe poi si infila tra Sommer e il palo.
E il Parma la riprende e pareggia: Ondrejka, entrato con un piglio decisamente convincente, la tiene, entra in area e calcia verso la porta. La deviazione di Acerbi mette fuori causa Sommer, 2-2.
Il Tardini si riscopre bello da morire, come se fossero tornati i magnifici anni 90′. Paura, rissate isteriche brividi e caldane si mischiano mentre il cronometro scorre, è il calcio babe, lo ami o lo ignori.
Il Parma chiede un rigore, il secondo oggi, per una spinta a Camara. Ci prova Ondrejka, ci prova anche Pellegrino in spaccata. Finisce a sportellate e cartellini gialli. Finisce 2-2. Ed è tutta vita, gioia, speranza. Inizia un finale di stagione nuovo per il Parma.
TABELLINO
PARMA – INTER 2-2
MARCATORI: 15′ Darmian, 45′ Thuram (I), 61′ Bernabè, 69′ Ondrejka (P)
PARMA: Suzuki; Delprato, Valenti, Vogliacco, Valeri; Keita, Hernani (dal 46′ Bernabè), Sohm (dal 53′ Ondrejka); Man (dal 46′ Pellegrino), Bonny (dal 78′ Camara), Almqvist (dal 46′ Leoni).
A disp: Marcone, Corvi, Balogh, Estevez, Lovik, Hainaut, Djuric, Haj Mohamed.
All: Cristian Chivu.
INTER: Sommer; Bisseck, Acerbi, Bastoni (dal 46′ Carlos Augusto); Darmian, Asllani (dal 81′ Arnautovic), Calhanoglu (dal 65′ Frattesi), Mkhitaryan, Dimarco (dal 60′ Zalewski) ; Thuram, Lautaro (dal 65′ Correa).
A disp: Di Gennaro, Martinez, De Vrij, Correa, Pavard, Re Cecconi, Berenbruch, Topalobic.
All: Massimiliano Farris
Arbitro: Daniele Doveri della sezione di Roma
Ammoniti: Almqvist, Delprato (P), Dimarco, Zalewski (I)