La Procura della Repubblica di Reggio Emilia, all ‘ esito di ulteriori approfondimenti sui resti scheletrici rinvenuti in data 9 marzo 1991 in territorio del
Comune di Campagnola Emilia, e riconducibili ad alcune delle persone scomparse alla
fine del mese di aprile del 1945 in quel territorio e infossate in località Cavón, è pervenuta all’accertamento della identità di altre quattro vittime.
Le indagini sono state stimolate dalla figlia di una coppia scomparsa, la quale, lo scorso 1 settembre, ha reso una intervista in cui ha raccontato di avere effettuato nel 2009 il test del DNA per il riconoscimento dei suoi genitori e di non aver avuto più a l c u n a n o t i z i a del s u o e s i t o .
Sulla base di tale racconto, la Procura della Repubblica ha proceduto a ricercare
tutta la documentazione custodita in archivio in relazione al rinvenimento di resti
scheletrici, effettivamente avvenuto in data 9 marzo 1991 in territorio del Comune di
Campagnola Emilia, e riconducibili ad alcune delle persone scomparse alla fine del mese
di aprile del 1945 in quel territorio e infossate in località Cavón.
Dalla verifica condotta sul fascicolo processuale aperto nel 1991 a carico di Ignoti è emerso che sono stati recuperati i resti scheletrici di 18 persone, 15 delle quali con certezza di sesso maschile, 3 di sesso non determinabile sulla base degli elementi rinvenuti, ed un anello che, pur in assenza di altri elementi, lasciava ipotizzare l’occultamento del cadavere di una persona di sesso femminile.
L’analisi medico-legale dei suddetti reperti scheletrici – condotta secondo le tecniche di indagine all’epoca disponibili – unitamente ad altri oggetti ed effetti personali rinvenuti sul luogo dello scavo, hanno consentito nel 1991 agli specialisti dell’Istituto di
Medicina Legale di Modena di pervenire all’identificazione certa di 9 persone – tra cui il
genitore della signora che ha reso l’intervista – mentre le altre 9 unità non hanno avuto una identificazione.
Nel 2009 i Carabinieri di Campagnola Emilia hanno depositato a quelli del RIS di Parma 10 cassette contenenti resti scheletrici, relative ai nove resti non identificati, per lo svolgimento della caratterizzazione genetica, nel 1991 non effettuata perché non nota,
all’esito della quale sono state accertate altre tre compatibilità, mentre nessun mach
positivo è stato ottenuto dal campione di DNA depositato da colei che ha reso l’intervista.
Le analisi genetiche in corso effettuate dai Carabinieri del RIS di Parma sui resti contenuti nella cassetta attribuita al padre dell’intervistata non hanno rivelato alcuna compatibilità con quest’ultimo mentre hanno evidenziato due distinti profili genetici,
uno identificato come “ignoto” (poiché non è allo stato emerso alcun mach con i profili
disponibili), ed il secondo attribuibile con certezza ad uno degli scomparsi a seguito
dei rastrellamenti effettuati a Campagnola nel 1945 e mai in precedenza identificato.
Dell’avvenuta identificazione dei quattro soggetti il cui esame del DNA è stato
positivo è stata data notizia a famigliari superstiti ed al Ministero della giustizia che nel
tempo ha richiesto notizie in seguito a varie interrogazioni della Camera dei Deputati.