Grande dignità, schiena dritta, sguardo verso un futuro che al momento fa paura.
Alle 14,32 il suo ultimo accesso a Whatt’s App. Federico Pesci poco dopo le 14,30 di venerdì, si è costituito alle porte del carcere di Modena: li, nel braccio dei sex offender, condividerà la cella con un altro detenuto e trascorrerà i sette anni e dieci mesi cui è stato condannato in Cassazione.
Da questi andranno depennati i circa 21 mesi di detenzione domiciliare già scontata , le due settimane in Via Burla e i 5 giorni nello stesso carcere modenese in cui si trova ora.
Delle accuse e del Processo si è già detto tutto, fin troppo. Ma resta un’ultimo dettaglio, tra il comico e il grottesco: il pusher nigeriano Wilson Ndu Anyem, “complice” di Pesci nella notte incriminata, che aveva patteggiato poco più di cinque anni, ha terminato di scontare la pena lo scorso settembre.
E’ ancora in carcere per altri reati, ma la libertà l’avrebbe ritrovata. Ammesso esista libertà per le tre vittime di questo dramma: ad ognuno la sua prigione, che abbia sbarre o gabbie mentali siano.